domenica 22 dicembre 2013

CARO AUTORE

Rendo qui pubblica una lettera a me indirizzata da una non nota casa editrice (Ogni riferimento è quantomeno casuale):


Gentile Autore,

nel ringraziarLa per l’invio del manoscritto vorremmo sottoporre alla Sua attenzione alcune riflessioni:

il suo è solo l’x-millesimo tomo che riceviamo, ma senza impaurirci davanti alla mole di lavoro, troveremo anche il coraggio di leggerlo e valutarlo;

il mercato assorbe si e no uno o due best seller l’anno e quasi sempre da autori che già hanno faticato e fatto lunga gavetta per riuscire a compiacere molti gusti letterari allo stesso tempo;

sempre nella speranza e attesa che si presenti anche a noi una buona occasione, stiamo mettendo a punto tecniche e motivazioni che spingano qualche buon tempone a fingersi ghost-writer;

il marketing e la promozione di qualsiasi opera scaturita da ingegni e fantasie spesso affette da mali non ancora riconosciuti costa tanto quanto approntare un missile per il lancio di una sonda spaziale delle telecomunicazioni e noi siamo si e no armati della fionda di Davide contro Golia, quella originale s’intende;

la Sua coscienza di artigiano probabilmente le ha suggerito di presentarsi con umiltà e volontà di sottostare alle nostre regole e giudizi, mentre la bramosia di fama e successo la spinge all’alterigia e alla prosopopea;

le poche persone che hanno letto il suo scritto in anteprima le avranno dato parere favorevole, ma sono quasi certamente tutti amici e parenti suoi con scarsa formazione scolastica;

infine la perdita dell’ultimo posto di lavoro, da precario, le impone guadagni in grado di sostenere la sua numerosa prole, moglie casalinga per forza maggiore ma anche per dedizione compresa.

Tutto questo per noi giustifica una strettissima scelta delle pubblicazioni, sia per qualità che per quantità. Essendo poi che la cultura è un bene di massa e in quanto tale non più apprezzabile e che la scrittura non è più elitaria, andremo a ricercare il messaggio che lei vorrebbe eventualmente riferire al pubblico mondiale con il lanternino da Sofocle.

Qualora ritenessimo che quanto da lei consegnatoci valga, la sottoporremo a uno stressante e impegnativissimo lavoro di editing e revisione per stravolgere quanto da lei ideato e farlo diventare un commercial per lettori compulsivi. E andremo avanti con trailer e video-letture, con presentazioni e comparsate in trasmissioni popolari del lunedì pomeriggio, stralci su internet e recensioni del Signor Rossi.

Se non basterà, programmeremo uscite nei vari mercatini di Natale di tutto l’Alto Adige con Lei in abiti da Befana con la gerla sempre piena di copie omaggio che non compariranno mai nelle sue statistiche di vendita. Chiaramente le verrà vietata in tale occasione la consumazione di grog, vin brulé, panettone o torrone, neppure morbido e le spese di trasferta saranno a esclusivo carico suo.

Per quanto alle librerie, Le faremo pervenire ogni settimana presso il suo indirizzo di residenza un bancale di copie da distribuire porta a porta, sempre a suo carico.

Quindi si metta pure comodo in poltrona e cominci a rispondere alle domande FAQ che abbiamo predisposto sulla sua pagina Facebook con sistema T9, sola versione giapponese.

Sedendo aspetti che le inviamo il nostro contratto capestro con royalties dello 0,0001% sulle vendite dei primi due anni e accredito sul Suo conto solo a sei mesi dopo la fine di tale periodo e non al di sotto dei primi 10.000 Euro.

Si sieda e sogni di venir intervistato da David Letterman via satellite o convocato via telefono in udienza pubblica da Papa Bergoglio al quale regalerà una copia con copertina cartonata rivestita in pitone e rilegata in oro con scritte in platino e diamanti. Naturalmente da Lei autografata solo in presenza di Sua Santità nella Sala Nervi con una Mont Blanc Elite - Exclusive Selection.

Non si addormenti però, perché potrebbe sempre videochiamarLa Barbara d’Urso per chiedere la sua opinione sul lato B di Belen Rodriguez o Bruno Vespa.

Non si spaventi nemmeno se alla sua porta invece si presentano gli Avion Travel o Miguel Bosè che le offrono un loro concerto di tre giorni, vitto e alloggio inclusi, con permesso 24/24 di seguirli nel loro backstage e persino sul loro camper.

Non le capiterà di ricevere di certo Staffelli con un tapiro o Mingo che le porge un provolone grosso il doppio di Fabio e Luca Abete con una pigna che le arriverà in testa. Abbiamo già allertato la redazione di Striscia per un possibile futuro plagio di pregio e ci hanno subito comunicato la loro disponibilità, assieme alla CODACONS, a stare sul pezzo. Militello sta già contattando varie sezioni Ultras della Sua squadra del cuore per approntare striscioni appositi da esporre in occasione del prossimo derby che verranno poi linkati su You-Tube.

Sieda comodo e aspetti che la contattiamo noi: ogni suo tentativo di richiedere informazioni sullo stato di avanzamento lavori la farà retrocedere di 1000 punti spesa da Mc Donald’s e tutti i suoi buoni benzina YOU & ENI detratti direttamente dalla Sua AGIP Card, la cui convenzione prevede la possibilità di uno sconto sulla redazione della cartella stampa.

Attenda… che la sua copia cartacea con i preziosi appunti dettati da Camilleri in persona non le venga più restituita, nemmeno con spedizione raccomandata espresso tramite corriere a suo carico, ma che noi provvederemo a pubblicare subito dopo la sua morte.

Tutto questo poi lo potrà avere senza l’esborso di un millicentesimo di Euro.

Cordiali saluti.

Dr. Alberto Gattaro
Direttore Responsabile – Collana “I Gufi

 
 

venerdì 6 dicembre 2013

FOLLIA QUOTIDIANA


I ragazzi, di qualunque età, scatenano la loro gioia, i loro problemi e le loro ansie nel cortile della scuola. Lì ne succedono di storie, ordinarie, brutte o belle. O folli per un coraggio civile che dovrebbe splendere negli animi di ciascuno. C’è molta diversità di etnie che si riversa con qualsiasi tempo a prendere una boccata d’aria nel quarto d’ora di intervallo, gruppi nemici in patria che qui, da profughi o immigrati, perseverano nelle loro lotte ataviche.
Bisogna fare molta attenzione che non si venga alle mani, che il limite non venga superato, che non ci siano danni né a cose né a persone. Occhi vigili e silenziosi seguono una panoramica di 200 gradi con circospezione. E registrano.
Loro lo sanno, ma non gliene importa. Loro hanno solo una meta: la supremazia sugli altri.
Mario, professore di italiano alla Media “PASCALE” sta volentieri di sorveglianza durante la ricreazione, soprattutto quest’anno, con la collega di inglese, una italo-canadese arrivata da lontano e ancora molto disorientata, in giro, ritenendo la pausa un’unica se non rara occasione per qualche timido approccio.
Anche quel giorno i soliti facinorosi si fiondano sul ring, circondati da tifosi e bookmaker in erba. Le scommesse sono a base di merendine e qualche doppione di figurina. Al massimo una ricarica da 5 Euro o copia crackata del videogioco di moda. Il backstage si affolla di fan di Twitter e Facebook che agitano indisturbati i loro pollici sulle tastiere. Sembra tutto tranquillo in una primavera che ha deciso di irrompere tra i rami e le case.
I due capi “cosca”, Roman il serbo, quindici anni, ancora in seconda e Ivan, croato, tredici, della terza E, si fronteggiano proprio al centro del parcheggio interno con sguardi minacciosi. Mario se ne accorge, ma vuole vedere dove i due vogliono arrivare. Si avvicina con nonchalance, soprattutto per ascoltare. Invece raccoglie solo sguardi e trova nei loro occhi tutto l’odio che generazioni hanno covato nei secoli, tra guerre e dittature. Percepisce la tensione e si irrigidisce. Ora tutto può succedere al volo di una mosca. Non un muscolo si sposta. Non una carta vola. Da lontano solo il contatore e il suo tichettio alla rovescia.
In quei pochi metri quadri il destino fa il suo gioco. Null’altro interessa. Si attende il momento buono. Loro lo sanno quando arriva.
Al trillo della campanella per il rientro scattano fulminei sciabolando i loro svizzeri a serramanico celati in un taschino. Mario li sorprende e agguanta i polsi di ognuno con presa salda e stretta. Uno sguardo a destra e uno a sinistra, mentre il pubblico si dilegua.
Pauline, la prof, lo fissa e non riesce a muoversi dal posto, intralciando il passaggio del Preside precipitatosi a dirimere una questione che ora non esiste più, per lo meno nella sua manifestazione fisica. I coltellini cadono, i contendenti spariscono nelle rispettive classi, sicuri di venire interrogati nelle materie successive o sottoposti a compito in classe non annunciato con tema unico. I bookmaker intasano i bagni per fare i conti in tranquillità.
Mario rimane immobile, come qualcuno che viene beccato sul fatto. Il preside lo raggiunge e lo convoca nel suo ufficio. Subito, immediatamente è il comando. Bisogna obbedire, pena nota sospensiva.
La vergogna gli si legge in faccia: ha osato intromettersi. Pazzo. Perché. Cerca il contatto visivo con Manuela, la segretaria, che non ha il tempo di alzare la testa dalle fatture e dai verbali da trascrivere. Solo davanti al suo superiore, non sa come giustificarsi. Sarebbe facile se le sue motivazioni venissero riconosciute, ma il preside vuole disciplina soprattutto dagli insegnanti.
“Disciplina vuol dire essere autorevoli senza immischiarsi, senza mettersi in mezzo o rimetterci le penne. Quel pericolo è scontato che un giorno o l’altro viene a cosa, ma per ora cerchiamo di non soffiare sulle braci, capito?”
Il discorso rotola. Mario a stento trattiene l’impulso a rispondere, a dirgli che ci vuole coraggio. Sì coraggio, quello delle proprie azioni in favore del bene, della pace, dell’armonia e anche, sì, anche dell’integrazione.
Invece tace e gli si arroventano le guance. Il preside lo guarda da vicino, troppo vicino, in attesa di reazione. Non se la meriterebbe e poi tutto tempo sprecato con quello, un rifiuto della mafietta locale, un debole dalla mediocrità supersonica che arranca aggrappato alle sue relazioni importanti, rimanendo sempre portaborse.
Una nuova sconfitta: anche stavolta ha vinto la falsa moralità del “non è successo nulla”. Forse sarà anche stato uno scherzo tanto per far arrabbiare qualcuno. E ci riescono appieno.
Nel tornare al suo lavoro Mario passa accanto all’aula dove Pauline sta facendo lezione. Parla nella sua lingua madre e la voce risuona armoniosa. Sarebbe naturale tornare alla normalità lasciandosi alle spalle un fatto senza conseguenze apparenti.
Il coraggio a volte sorpassa in curva la rabbia per l’ingiustizia e spinge la gente ad azioni più pericolose di quelle che vorrebbero spegnere. Mario non è il colpevole, ma si sente tale.
Dover subire umiliazioni o solo ramanzine per aver dimostrato di voler porre fine a una stupida diatriba tra ragazzini prima che succeda qualcosa di cui ci si potrebbe poi pentire. Questo lo distrugge. La rabbia sale mentre scende gli scalini d’uscita. Andarsene da quel luogo, da tutto e da tutti. No non da Pauline che forse capirebbe.
Lei lo osserva come sempre dalla finestra del primo piano che dà sul cortile. A Toronto ha assistito a molte altre scene di violenza, ma nessuno aveva mai osato in quel modo. Nella sua mente solo un pazzo lo avrebbe fatto. A proprie spese.