I
piccoli fori che avrebbero dovuto far defluire lo scroscio si erano otturati
piano piano con il calcare trasportato proprio da quel liquido che da loro
fuoriusciva.
Nessuno
se n’era accorto e nulla mai era stato intrapreso contro quel fenomeno insulso.
Nessuno quindi sapeva.
Nemmeno lui che nell’urgenza aveva
trovato quell’angolino costruito appositamente. Non lo avrebbe mai nemmeno
pensato potesse succedere. E proprio a lui.
Tirata
la maniglia verso il basso si sentì subito spinto improvvisamente e
incontrovertibilmente verso l’alto. Non fece a tempo a piegarsi, né ad alzarsi,
né a spostarsi in alcun modo per evitare di esserne coinvolto.
Se ne rese conto solo in aria, nel
cielo, con i pantaloni che si sfilavano con la forza di gravità, nel tentativo
di uscire da quella situazione incresciosa. Il terrore non proveniva dall’immediato
pericolo di cadere, no, ma più orripilante e odiosa gli era la possibilità di
venir rinvenuto mezzo ignudo e attorniato da cocci riconoscibili con ogni evidenza.
Nessuna
salvezza, ahimè, nessun paracadute. E pure poco tempo per le preghiere. “Mio
Dio no, per carità! Non voglio…”
Come
nel famoso cartoon non ebbe che il potere di sgranare gli occhi arrivato
all’apice della parabola, incapace anche lì di togliersi dall’impiccio. Ormai
tutto era compiuto.
Si sentì risucchiare. Di lì a poco
l’impatto sarebbe riecheggiato per tutta la vallata, senza scampo.
E poi le risa, le risà… le risate di
chi passandogli accanto lo avrebbe riconosciuto! AIUTO!
Un sogno, il risveglio, il sudore, il
riconoscere di non aver toccato il fondo, non ancora. Sulla sedia accanto allo
scrittoio i pantaloni accuratamente piegati…
“Domani vado a comprami un bel paio
di bretelle!”
Un piccolo Schrooge versione -2. ... per augurarvi di non trovarvi mai in una situazione come quella descritta.
BUONE FESTE A TUTTI I MIEI AFFEZZIONATI LETTORI!