Nessuno ha osato
chiamarla LA NUOVA PESTE o LA PESTE DI QUESTO MILLENNIO, ma questa pandemia lo
è stata davvero. Ora sembra sia tutto passato o per lo meno non si registrano
nuovi contagi e gli ospedali hanno ripreso a pieno ritmo la loro normale
attività.
Ne usciamo tutti
tramortiti dopo lo spavento e la paura. Avevamo lo spettro in casa, quello paventato
in molti film o libri. E’ stato reale.
Partito in sordina da
lontano si è fatto presente nelle vite di tutti sconvolgendole anche senza apparente
colpa di alcuno.
Abbiamo sottovalutato
i segnali nascondendo la verità ai nostri stessi occhi. Ci siamo rintanati nel
nostro io, chi spavaldo, chi pauroso, guardando al prossimo come a un nemico.
Il nemico invece era
lui, invisibile e infido, imbattibile eppure labile al contempo.
Non abbiamo saputo
dare quel colpo di spugna necessario alla sporcizia dell’umanità intera e ci
siamo ritrovati, società civili e gente comune, in un’atmosfera di guerra.
La guerra ha sempre un
motivo, prescinde da una dichiarazione tra contendenti e si svolge su un campo.
Oggi sappiamo che
abbiamo dovuto lottare con le mani e con i denti, con le conoscenze e con
l’esperienza per arrivare a una vittoria che speriamo non si riveli solamente
un cessate il fuoco.
Le nostre armi ora
sono più potenti, ma non è detto che anche lui non sia corso ai ripari e mediti
vendetta.
Abbiamo sperato e
pregato, ci siamo rivolti a quell’entità che tutto può, ma nella processione
abbiamo accettato il prezzo.
Sapevamo che ci
sarebbero state vittime, le avevamo messe in conto. Le guarigioni non ci hanno
consolato fino a che la conta non si è invertita.
E allora abbiamo
capito che la cima era stata raggiunta.
Abbiamo quindi
lasciato fluire le acque del fiume, arginando la piena.
E l’acqua ha lavato i
ponti, permettendoci di arrivare sull’altra sponda a salutare gli alleati.
L’assedio è stato spezzato dalla tenacia e dalla resilienza, dalla scienza e
dalla tecnica.
Ora abbiamo un mondo
più pulito.
Sarà anche un mondo
migliore?
Sapremo far tesoro di
tutto questo o torneremo a mangiare e distruggere senza rispetto alcuno?
Domani. Domani sapremo
la verità.
Ci sveglieremo al
canto del gallo e diremo la nostra preghiera a noi stessi, unici untori di
questa sciagura.
Poi prenderemo in mano
la scopa e ci daremo all’opre.
E il vicino smetterà di
guardarci con sospetto.
Forse.