venerdì 29 maggio 2020

IL RESTO


Nessuno ha osato chiamarla LA NUOVA PESTE o LA PESTE DI QUESTO MILLENNIO, ma questa pandemia lo è stata davvero. Ora sembra sia tutto passato o per lo meno non si registrano nuovi contagi e gli ospedali hanno ripreso a pieno ritmo la loro normale attività.
Ne usciamo tutti tramortiti dopo lo spavento e la paura. Avevamo lo spettro in casa, quello paventato in molti film o libri. E’ stato reale.
Partito in sordina da lontano si è fatto presente nelle vite di tutti sconvolgendole anche senza apparente colpa di alcuno.
Abbiamo sottovalutato i segnali nascondendo la verità ai nostri stessi occhi. Ci siamo rintanati nel nostro io, chi spavaldo, chi pauroso, guardando al prossimo come a un nemico.
Il nemico invece era lui, invisibile e infido, imbattibile eppure labile al contempo.
Non abbiamo saputo dare quel colpo di spugna necessario alla sporcizia dell’umanità intera e ci siamo ritrovati, società civili e gente comune, in un’atmosfera di guerra.
La guerra ha sempre un motivo, prescinde da una dichiarazione tra contendenti e si svolge su un campo.
Oggi sappiamo che abbiamo dovuto lottare con le mani e con i denti, con le conoscenze e con l’esperienza per arrivare a una vittoria che speriamo non si riveli solamente un cessate il fuoco.
Le nostre armi ora sono più potenti, ma non è detto che anche lui non sia corso ai ripari e mediti vendetta.
Abbiamo sperato e pregato, ci siamo rivolti a quell’entità che tutto può, ma nella processione abbiamo accettato il prezzo.
Sapevamo che ci sarebbero state vittime, le avevamo messe in conto. Le guarigioni non ci hanno consolato fino a che la conta non si è invertita.
E allora abbiamo capito che la cima era stata raggiunta.
Abbiamo quindi lasciato fluire le acque del fiume, arginando la piena.
E l’acqua ha lavato i ponti, permettendoci di arrivare sull’altra sponda a salutare gli alleati. L’assedio è stato spezzato dalla tenacia e dalla resilienza, dalla scienza e dalla tecnica.
Ora abbiamo un mondo più pulito.
Sarà anche un mondo migliore?
Sapremo far tesoro di tutto questo o torneremo a mangiare e distruggere senza rispetto alcuno?
Domani. Domani sapremo la verità.
Ci sveglieremo al canto del gallo e diremo la nostra preghiera a noi stessi, unici untori di questa sciagura.
Poi prenderemo in mano la scopa e ci daremo all’opre.
E il vicino smetterà di guardarci con sospetto.
Forse.

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