sabato 8 dicembre 2012

Abete e Pino


Come da tradizione ogni anno a casa di Cinzia si acquista un abete per Natale. È sempre una gioia radunarsi la prima domenica di Avvento per addobbarlo e bere un tè o la cioccolata con i pasticcini tirolesi. Sulla tavola arde sempre per l’occasione una bella candela profumata, ornata di odorosi mandarini,  grosse castagne e qualche stecca di vaniglia.
Cinzia adora questi piccoli riti perché le fanno ricordare il mistero, l’attesa, ma anche i profumi e gli aromi, le pratiche e i giochi della sua infanzia.
Così si aggira per i vivai in cerca della pianta perfetta. Quelle in bella mostra sembrano tutte un po’ stanche, denutrite. Forse le hanno tolte dal terreno troppo in fretta e ammassate per molto tempo in cerca di padrone. Poi quel piccolo mucchietto di terra che lasciano alle radici per sopravvivere non è mai sufficiente, per non dire delle scarse cure. Il Disinteresse è una scusa in questo periodo molto indaffarato per tutti. Ecco perché alla Befana non si può far altro che  buttarle.
Cinzia non ha tempo per andare in montagna, dove costano di più, ma sono quasi sempre recuperabili, ripiantabili. La sua amica ha avuto sempre fortuna in quel modo e l’anno scorso in giardino aveva l’albero più bello e più alto di tutti in rione. La sua amica ce l’ha un giardino, esposto anche nella direzione giusta. Lei invece solo un stretto balcone.
Girovagando per le piazze della città trova un banchetto, un gazebo. È la Forestale che mette a disposizione dei piccoli pini completi di vaso a poco prezzo. Non sono male e il ricavato va per un progetto di riqualificazione di un parco di periferia. Cinzia li osserva e si confronta con la sua vergogna per la tentazione avuta spesso di comperare un abete artificiale.
L’addetto dall’aspetto ben piantato le sorride, la invita a guardare meglio gli esemplari in esposizione. Il dialogo è ristretto alle abitudini del periodo, al tempo, ma Cinzia sente che il ragazzo si sta interessando a lei. Vorrebbe andarsene, continuare il suo giro per le compere, ma si sofferma a parlare. Lui dice di chiamarsi Giuseppe, ma da tutti soprannominato Pino. Non è per quello però che è entrato nel corpo della forestale: lui ha veramente sempre avuto sensibilità ecologista e mette la sua mente e la sua prestanza fisica al servizio di quegli ideali.
Cinzia ne è affascinata. Il clima natalizio le fa da contorno. Ha deciso: quest’anno il regalo per tutti sarà l’abete ecologista e a recapitarlo sarà proprio … Pino. 

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