Come da tradizione ogni anno a casa di Cinzia
si acquista un abete per Natale. È sempre una gioia radunarsi la prima domenica
di Avvento per addobbarlo e bere un tè o la cioccolata con i pasticcini
tirolesi. Sulla tavola arde sempre per l’occasione una bella candela profumata, ornata
di odorosi mandarini, grosse castagne e
qualche stecca di vaniglia.
Cinzia adora questi piccoli riti perché le fanno ricordare il mistero,
l’attesa, ma anche i profumi e gli aromi, le pratiche e i giochi della sua
infanzia.
Così si aggira per i vivai in cerca della
pianta perfetta. Quelle in bella mostra sembrano tutte un po’ stanche, denutrite.
Forse le hanno tolte dal terreno troppo in fretta e ammassate per molto tempo
in cerca di padrone. Poi quel piccolo mucchietto di terra che lasciano alle radici per
sopravvivere non è mai sufficiente, per non dire delle scarse cure. Il Disinteresse
è una scusa in questo periodo molto indaffarato per tutti. Ecco perché alla
Befana non si può far altro che buttarle.
Cinzia non ha tempo per andare in montagna,
dove costano di più, ma sono quasi sempre recuperabili, ripiantabili. La sua
amica ha avuto sempre fortuna in quel modo e l’anno scorso in giardino aveva
l’albero più bello e più alto di tutti in rione. La sua amica ce l’ha un
giardino, esposto anche nella direzione giusta. Lei invece solo un stretto balcone.
Girovagando per le piazze della città trova
un banchetto, un gazebo. È la Forestale che mette a disposizione dei piccoli
pini completi di vaso a poco prezzo. Non sono male e il ricavato va per un
progetto di riqualificazione di un parco di periferia. Cinzia li osserva e si confronta
con la sua vergogna per la tentazione avuta spesso di comperare un abete
artificiale.
L’addetto dall’aspetto ben piantato le
sorride, la invita a guardare meglio gli
esemplari in esposizione. Il dialogo è ristretto alle abitudini del periodo, al
tempo, ma Cinzia sente che il ragazzo si sta interessando a lei. Vorrebbe
andarsene, continuare il suo giro per le compere, ma si sofferma a parlare.
Lui dice di chiamarsi Giuseppe, ma da tutti soprannominato Pino. Non è per quello
però che è entrato nel corpo della forestale: lui ha veramente sempre avuto
sensibilità ecologista e mette la sua mente e la sua prestanza fisica al
servizio di quegli ideali.
Cinzia ne è affascinata. Il clima natalizio
le fa da contorno. Ha deciso: quest’anno il regalo per tutti sarà l’abete
ecologista e a recapitarlo sarà proprio … Pino.
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